Andrea Milia alla Torino Art Week 2025: arte, design e narrazione 3Darte e narrazione 3D

  1. L’arte come design: il percorso di Andrea Milia

La Torino Art Week 2025, che si è svolta dal 29 ottobre al 2 novembre, ha ospitato la mostra personale di Andrea Milia, intitolata Il tessitore di pietre, curata dal Collettivo Mole. La ricerca artistica di Milia si colloca all’incrocio tra arte, architettura e design, proponendo un approccio in cui l’opera non è più solo contemplazione, ma diventa fruizione concreta nella vita quotidiana. Sculture luminose, rivestimenti, tavoli e superfici decorative si trasformano in strumenti di narrazione e design, integrandosi negli spazi abitativi e nell’esperienza di chi li vive. Milia sperimenta una destrutturazione dell’arte tradizionale, in cui l’opera non è più confinata in un contesto espositivo, ma diventa parte integrante della vita domestica e urbana. Ogni creazione diventa così un oggetto funzionale e poetico allo stesso tempo, capace di comunicare sensazioni ed emozioni attraverso forme, materiali e luce.

L’artista spinge l’osservatore a ripensare il concetto di fruizione artistica: il design non è semplicemente utile, e l’arte non è più solo contemplativa, ma entrambe diventano strumenti per vivere lo spazio in maniera innovativa. Il suo lavoro mette in discussione le convenzioni e invita a guardare il quotidiano con occhi nuovi, trasformando l’esperienza sensoriale in un percorso immersivo. Questo approccio rende ogni opera unica, con un forte impatto visivo e concettuale, capace di fondere bellezza, funzionalità e significato. La Torino Art Week ha offerto il palcoscenico perfetto per esprimere questa visione integrata, accogliendo un pubblico interessato a sperimentare il confine fluido tra arte e design.

  1. Il concetto di tessitura su pietra

Il principio fondante del lavoro di Milia è sintetizzato nella frase: “tessere è creare da un filo, lui crea dalla linea”. In questa prospettiva, la pietra non è solo materia, ma diventa linguaggio. Attraverso incisioni finissime sul granito nero lucidissimo, l’artista crea trame visive che ricordano tessuti invisibili, trasformando la durezza della pietra in leggerezza e dinamismo. Le linee scorrono, si moltiplicano e si rifrangono, generando profondità inattese e spazi sospesi, dove la superficie non è mai piatta ma viva e vibrante. Questo gesto trasforma la percezione del materiale: l’osservatore non vede solo la pietra, ma percepisce il tempo e lo spazio che essa contiene. La luce che si riflette sulle incisioni amplifica la tridimensionalità, creando un gioco continuo di chiari e scuri che suggerisce un movimento perpetuo.

La tessitura su pietra diventa così metafora visiva e concettuale. Ogni linea incisa è un racconto, ogni incisione una storia che si sviluppa nello spazio. L’alternanza tra superfici lisce e trame incise produce un’esperienza sensoriale che coinvolge vista e tatto, in cui il materiale ancestrale si apre a una nuova dimensione poetica. La tridimensionalità della superficie invita il pubblico a muoversi intorno all’opera, esplorando angolazioni e dettagli, come in un percorso meditativo. Milia trasforma quindi un materiale apparentemente statico in un medium dinamico, capace di dialogare con l’architettura e con la luce naturale, aprendo nuove possibilità per l’arte e il design contemporaneo.

  1. La serie Maioliche: tradizione e sperimentazione

La serie Maioliche rappresenta uno dei momenti più innovativi della ricerca di Andrea Milia, unendo tradizione artigianale e sperimentazione contemporanea. Le maioliche, legate storicamente all’artigianato ceramico mediterraneo, diventano nelle sue mani elementi concettuali: superfici decorative trasformate in opere d’arte e strumenti di progettazione. Ogni maiolica incisa porta la traccia della linea come filo invisibile, costruendo una narrazione visiva che dialoga con lo spazio e con la luce circostante. L’artista reinventa l’oggetto quotidiano, dando nuova dignità alla ceramica tradizionale e aprendo un ponte tra il sapere manuale dell’artigiano e la visione contemporanea del designer.

In questo processo, la maiolica non è più semplicemente un rivestimento o un ornamento, ma diventa uno strumento progettuale: ogni superficie può essere reinterpretata come componente architettonica, elemento decorativo o oggetto di design. L’approccio di Milia permette di esplorare nuove geometrie e composizioni, dove la tradizione dialoga con la tecnologia e l’innovazione. La serie Maioliche, quindi, non è solo estetica, ma ricerca e sperimentazione applicabile in contesti abitativi e urbani. La Torino Art Week ha permesso al pubblico di osservare questo equilibrio tra storia e contemporaneità, offrendo una prospettiva inedita sull’arte come servizio e design come esperienza quotidiana.

  1. Collaborazione con studi di architettura

Un elemento distintivo del progetto è il dialogo tra Andrea Milia e una selezione di studi di architettura, invitati a immaginare applicazioni delle maioliche in contesti urbani e abitativi. Alcune opere vengono reinterpretate come oggetti funzionali, altre come installazioni site-specific, sradicate dal loro contesto originario per generare nuove esperienze spaziali. Questo approccio trasforma l’opera artistica in una piattaforma collaborativa, in cui l’arte non è più statica, ma diventa attiva e integrata nella vita quotidiana. La collaborazione con architetti consente di esplorare nuovi scenari in cui superfici decorative e sculture diventano componenti architettoniche, offrendo soluzioni innovative per interni, facciate o spazi urbani.

Il confronto tra artisti e architetti crea un terreno fertile per l’innovazione: l’arte si apre alla progettazione e il design incorpora narrazione e visione poetica. Ogni applicazione pratica delle maioliche diventa quindi un esempio di come estetica, funzionalità e tecnologia possano coesistere, producendo esperienze sensoriali e spaziali uniche. Il pubblico può così osservare l’arte come elemento vivo e modulabile, non più confinata all’osservazione passiva, ma parte integrante di spazi progettati per essere vissuti. Questa dinamica apre nuove prospettive sull’uso dell’arte nell’architettura contemporanea, offrendo spunti concreti per l’integrazione tra creatività e funzionalità.

  1. Narrazione 3D e comunicazione visiva

La tecnologia 3D gioca un ruolo fondamentale nel rendere accessibile e immersiva la poetica di Andrea Milia. La modellazione digitale permette di valorizzare incisioni, materiali e geometrie complesse, offrendo al pubblico una visione completa della tridimensionalità delle superfici e della loro interazione con la luce. Grazie a rendering realistici, le opere diventano strumenti narrativi digitali, capaci di raccontare dettagli altrimenti invisibili, come la profondità delle linee incise o le vibrazioni sottili della pietra. Questa narrazione visiva consente anche di anticipare applicazioni architettoniche o design, trasformando il 3D in un mezzo di sperimentazione e progettazione.

L’uso del digitale permette inoltre di coinvolgere un pubblico più ampio, che può esplorare le opere da diverse prospettive senza limitazioni fisiche. La tecnologia 3D non sostituisce l’esperienza reale, ma la arricchisce, amplificando la percezione dei dettagli e la comprensione della ricerca concettuale di Milia. Il risultato è un dialogo continuo tra reale e digitale, tra materia e visione, che rende ogni superficie e ogni incisione parte di un racconto immersivo. La narrazione 3D diventa così un ponte tra arte, design e tecnologia, valorizzando la poetica del tessitore di pietre e le possibilità espressive della sua ricerca.

  1. L’esperienza della Torino Art Week

La Torino Art Week ha rappresentato il contesto ideale per presentare le opere di Andrea Milia. L’evento raccoglie artisti, designer, curatori e appassionati, favorendo un dialogo tra discipline e approcci visivi differenti. La mostra Il tessitore di pietre, ospitata al Con-temporary Space, ha permesso ai visitatori di osservare un percorso completo, dalle superfici incise alle sculture luminose, fino alla serie Maioliche. Ogni opera racconta la storia artistica di Milia, mostrando come arte, design e tecnologia possano fondersi in un’esperienza estetica e concettuale unica. Il pubblico ha avuto l’opportunità di percepire la tridimensionalità delle incisioni, la profondità dei materiali e la loro capacità di trasformare lo spazio.

La Torino Art Week ha offerto un contesto dinamico e internazionale, dove il confronto tra artisti e professionisti del design ha generato nuove opportunità creative. La mostra ha messo in luce il potenziale dell’arte come servizio e del design come esperienza quotidiana, invitando il pubblico a riflettere sulla fruizione attiva degli spazi. L’evento ha valorizzato la ricerca di Milia, offrendo una piattaforma per sperimentazioni, applicazioni progettuali e dialogo interdisciplinare, dimostrando come l’arte possa essere protagonista nella vita di tutti i giorni.

  1. Conclusioni

Il percorso di Andrea Milia alla Torino Art Week 2025 conferma l’integrazione tra arte, design e tecnologia come possibilità concreta. La serie Maioliche, le superfici incise e le sculture luminose rappresentano un equilibrio perfetto tra tradizione artigianale e innovazione digitale, trasformando l’arte in servizio e il design in narrazione. Ogni superficie, ogni oggetto racconta una storia visiva e concettuale, capace di coinvolgere e ispirare. In questo contesto, Place Design e Rendering ha avuto il privilegio di collaborare come partner del progetto, realizzando il virtual tour delle Maioliche, uno strumento immersivo che permette di esplorare le opere da ogni angolazione, valorizzandone incisioni, materiali e dettagli tridimensionali.

Il virtual tour offre un’esperienza digitale complementare alla mostra fisica, permettendo al pubblico di vivere le opere anche da remoto e di percepire appieno la profondità e la tessitura delle superfici. La Torino Art Week ha così mostrato come l’arte possa dialogare con tecnologia e design, creando esperienze immersive, dinamiche e coinvolgenti. Grazie a questa collaborazione, l’arte di Milia non è più confinata alla contemplazione, ma entra concretamente nello spazio urbano e abitativo, confermando la capacità dell’arte contemporanea di emozionare e trasformare il nostro rapporto con lo spazio e con l’ambiente circostante.